Salam ‘alayk, a mesi di distanza dal mio viaggio in Marocco, finalmente è giunto il momento di parlarvi di Marrakech. Nello specifico in questo articolo vi parlerò dei Giardini Majorelle e del museo Yves Saint Laurant adiacente a quest’ultimo (per info cliccate qui). Ho deciso di parlarvi di entrambe in quanto spesso le due visite vengono abbinate per la loro stretta vicinanza, ma non solo.

Consiglio vivamente di non perdervi questa visita se siete amanti del paesaggio e del verde. Qui infatti potrete ammirare numerose piante una diversa dall’altra. Io sono stata in primavera, perciò molte piante ed alberi erano in piena fioritura. Altro consiglio che mi sento di dare è quello di non andare durante l’ora di punta. Essendo molto famosi, questi giardini sono frequentassimi e la coda per accedervi può durare anche un’ora. Ponderate bene, perciò, la vostra visita. Senza perdere altro tempo, incominciamo!
Cenni storici:
Quando Jacques Majorelle, famosissimo pittore orientalista dell’epoca, nel 1919 si stabilisce a Marrakech, compra un palmeto poco lontano dalla medina e lo trasforma in uno splendido giardino botanico con annessa residenza al primo piano e atelier al piano terra. La casa in stile moresco è opera dell’architetto Paul Sinoir mentre tutto il complesso di giardini e fontane viene curato e progettato da Majorelle stesso. Se avete visitato altri giardini arabi a Marrakesh o in altri riad del Marocco, troverete delle grandissime somiglianze per quanto riguarda lo stile e l’impostazione.

Oltre a ritrovarvi immersi nel verde, vi sono delle bellissime fontane e corsi d’acqua che danno respiro e una sensazione di tranquillità e pace. Infatti nel giardino arabo l’elemento acqua è importantissimo e imprescindibile. L’acqua è simbolo della vita e assieme al verde vuole rappresentare il paradiso coranico. Decisamente diverso dal classico giardino geometrico arabo, penso che sia stato raggiunto lo stesso l’obbiettivo di relax e pace dei sensi. Chiaramente l’effetto viene un po’ rovinato da tutta la massa dei turisti che lo vengono a vedere e che forse pochi riescono a comprendere in tutta la sua bellezza.

Nonostante abbia dipinto la sua casa di un blu acceso e vibrante, nominato appunto “Blu Majorelle”, le mura esterne che circondano tutto il giardino rispettano il tipico colore rossastro della città di Marrakech. Infatti il museo Yves Saint Laurent adiacente è assolutamente in linea con il colore tipico discostandosi completamente come stile e periodo di costruzione. Ad ogni modo le due architetture sono in armonia fra loro e non cozzano.

Il restauro:
Avendo appena citato sopra lo stilista francese vi chiederete che correlazione vi è fra le due cose. Innanzitutto i Giardini Majorelle ebbero vita breve perché fu aperta al pubblico solo dal 1947 fino ai primi anni ’60. Questa oasi di pace venne trascurata e lasciata in stato di completo abbandono dopo che Majorelle morì.
Qui entra in gioco Yves Saint Laurent e il suo compagno Pierre Bergé, i quali sono stati affascinati da questo giardino. Riuscirono ad acquistarlo solo nel 1980 e diedero inizio ad un corposo restauro di tutto il complesso. La casa blu divenne la loro residenza ufficiale e la ribattezzarono Villa Oasis.
Oggi:
I Giardini Majorelle, con i suoi 9.000 mq di estensione, è uno dei luoghi che attira più visitatori in assoluto di tutta Marrakch. Si stima che vengano ad ammirarlo più di 600.000 persone all’anno. All’interno di Villa Oasis e nelle sue immediate vicinanze potrete trovare un piccolo bookshop, un negozio, un bar ristorante e il Museo Berbero inaugurato nel 2011.
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2 pensieri su “Architettura contemporanea a Marrakech: i Giardini Majorelle”