I sassi di Matera, da vergogna nazionale a patrimonio mondiale UNESCO

Buongiorno a tutti! Nonostante il Covid recentemente sono stata per la prima volta a Matera, in Basilicata, attratta dalle opinioni di un sacco di miei amici che ci sono stati e dall’ultimo film di 007- No time to die. Si ecco, diciamo che la curiosità dopo il film è aumentata esponenzialmente e questo verso dicembre mi ha spinta a prenotare. Mai mi sarei aspettata di trovare una città così intrisa di storia e di bellezza da lasciar senza fiato. Matera è unica nel suo genere e offre un interesse particolare per chi si occupa di architettura, di paesaggio e di urbanistica.

Devo assolutamente ammettere la mia ignoranza: prima di partire non ero minimamente istruita e informata riguardo la storia di questa città. Mano a mano che entravamo in ogni Casa Grotta, Chiesa rupestre o vicinato si delineava sempre più tutta la verità che Matera ha sempre nascosto.

Matera Sasso Barisano
Veduta verso il Sasso Barisano e il Duomo
Matera sasso Caveoso
Veduta verso il Sasso Caveoso

Non è stato un viaggio semplice, anche se è durato poco. Consiglio mio: munitevi di scarpe adatte, quasi da trekking perché la città è tutta un sali e scendi. Ora il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso si presentano a noi come una sorta di mega presepe tutto bello restaurato: b&b di lusso, appartamenti alla moda, ristoranti e negozi caratteristici molto ben conservati e chic. Via via che si visita ogni luogo ricostruito, le guide o filmati non fanno altro che mettere in luce le verità scomode dei primi anni 50. Infatti in questi anni la maggior parte dei sassi è stata espropriata e i suoi abitanti sono stati trasferiti in quartieri moderni alla periferia della città. Il motivo era dovuto alle malsane condizioni delle case-grotta, nelle quali gli abitanti vivevano senza servizi igienici e in promiscuità con gli animali.

Sembra incredibile pensarlo ora, ma Matera era ben lontano da essere un luogo elegante e alla moda, come appare oggi. Le tipiche case grotta erano abitate dai contadini con il mulo e i numerosi figli (in media almeno 6). La tecnica impiegata per la realizzazione di queste abitazioni è una cosiddetta architettura in negativo. La roccia risultante dagli scavi veniva riutilizzata per ampliare l’ambiente esterno e questo prolungamento viene chiamato lamione. La luce proveniva esclusivamente dalla parte anteriore, perciò la casa non era mai sufficientemente illuminata ed areata. Questi lamioni sono ben evidenti nella parte del Sasso Barisano, rione più costruito e meno scavato.

Inoltre queste abitazioni erano disposte attorno a piccoli cortili in cui si svolgeva la vita quotidiana e sociale. Queste formazioni erano denominate vicinati. A causa delle anguste condizioni della abitazioni grotta la vita principalmente si svolgeva all’esterno. Ogni vicinato aveva regole interne ed era principalmente frequentato da donne e bambini. Gli uomini, infatti, svolgevano la loro vita lavorando nei campi. Dagli anni ’80 i sassi furono oggetto di interesse di un’opera di recupero e di conservazione, fino farli divenire come li vediamo ora. La proprietà di questi sassi è del Comune di Matera che li dà in concessione a scopo abitativo per 99 anni e a scopo commerciale per 30 anni.

vicinato a pozzo Matera
Vicinato a pozzo, sito museale dove una serie di filmati e una guida vi guiderà attraverso la vera vita che si svolgeva un tempo
È affascinante ammirare l'ingegnosità messa in azione per far funzionare la città. Matera essendo costruita su una gravina, una sorta di canyon di origine carsica si rifornisce di acqua piovana o da sorgenti sotterranee. Infatti molte case grotta includevano delle cisterne per conservare l'acqua che proveniva dalla pioggia, che, mediante canalizzazioni, la convogliavano nelle cisterne. Ma non solo: d'inverno addirittura può nevicare, quindi sempre all'interno di queste grotte, disponevano di neviere. In questo luogo la neve veniva conservata per i periodi estivi, per la conservazione dei generi alimentari. Riuscivano a mantenere le neviere alternando la paglia tra i vari strati di neve. Anche l'ambiente della caverna favoriva la stabilità della temperatura.

Le opere più straordinarie sono le vaste cisterne che si trovano sparse in città, come il Palombaro lungo, anche chiamata la cattedrale sotterranea. Questa vera e propria opera di ingegneria idraulica (lunga 50 m e profonda 18 m, con una capienza di circa 5 milioni di litri) raccoglieva l’acqua proveniente da sorgenti sotterranee e dalla pioggia.

Se visitate la città sotterranea anche in estate preparatevi un abbigliamento più pesante perché il luogo è molto fresco rispetto all’esterno. Questa cisterna attualmente è parzialmente svuotata per consentire la visita ai turisti, ma un tempo era colma quasi fino al soffitto. La cisterna è dotata di una serie di troppo pieno in modo tale da non straripare. Per far si che l’acqua non venga assorbita dalla calcarenite, che è molto porosa, tutti gli ambienti sono rivestiti da cocciopesto. Questo materiale fungeva da impermeabilizzante. Per far si che si stendesse bene in maniera omogenea non ci sono spigoli, infatti tutto il luogo è molto smussato e levigato.

Palombaro lungo Matera
Vista dall’alto del Palombaro lungo

Altri luoghi molto interessanti sono le chiese rupestri. Quella più famosa e anche la più visibile da ogni angolo è sicuramente la Chiesa di Santa Maria de Idris. Ce ne sono anche molte altre che però sono fotografabili solo dall’esterno. All’interno non è possibile fare fotografie perché vi sono contenuti al loro interno antichi affreschi risalenti addirittura all’11° secolo. Solo da pochi decenni queste chiese sono state riaperte al pubblico e restaurate, perché durante lo sfollamento di massa degli anni ’50 e fino a molti anni dopo, queste chiese sono state deturpate e vandalizzate.

Per oggi direi che è tutto! Spero che vi sia piaciuta questa mini introduzione alla città di Matera, capitale della cultura 2019. Per concludere vi lascio altre foto della bellissima camera dove ho potuto soggiornare.

Link utili:

Bnb Antico Convicino

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