Bom dia todos! Oggi vi porto con me a Lisbona e nello specifico vi porterò alla scoperta di alcune opere architettoniche che sono state costruite di recente. Questo viaggio l’ho intrapreso 2 estati fa nel 2016 ed era la prima volta che atterravo in suolo portoghese. Devo dire che le cose più caratteristiche e “classiche” del Portogallo mi hanno molto affascinata, ma mi hanno colpita molto anche le nuove costruzioni all’avanguardia e di come Lisbona sia una città proiettata nel futuro. Trovo che Lisbona sia una città per tutti i gusti, sia per coloro che vogliono scoprire le origini e l’autenticità, ma anche per coloro che, come me, amano l’avanguardia dal punto di vista architettonico (e ingegneristico pure). Ci sarebbe da parlare tantissimo, di ogni edificio, di ogni chiesa e museo, ma qui riassumerò solo una”piccola” parte di quello che ho visitato. Iniziamo!
Museo Berardo
Incomincio questo piccolo tour dal primo museo che ho visitato, il Museo Coleção Berardo (link qui), il quale ospita opere di arte moderna e contemporanea. Inizialmente questo edificio non nasce come museo ma come Centro Culturale da utilizzare come edificio simbolo in occasione della presidenza portoghese dell’Unione Europea del 1992. Il progetto viene sviluppato e realizzato dal 1988 al 1993, da due architetti: l’italiano Vittorio Gregotti e il portoghese Manuel Salgado. Per approfondire meglio la figura di Gregotti non perdetevi due suoi libri che ha scritto recentemente (lascio link a fine articolo).
Questa struttura era stata pensata come un edificio modulare che doveva ospitare una biblioteca, sale lettura e sale espositive. La scelta della posizione secondo me è stata azzeccatissima perché si trova vicino a due monumenti storici di assoluta importanza, la Torre di Belém e il Mosteiro dos Jeronimos. Quindi se vi trovate nel quartiere di Belem, è quasi impossibile non notare l’imponenza di questo museo, e cosa non meno importante: l’entrata è gratuita, meglio di così!
Ma tornando alla descrizione architettonica, la cosa che spicca maggiormente è l’utilizzo massiccio della pietra bianca calcarea usata come rivestimento. Scelta ad hoc, in quanto è in linea con il materiale utilizzato in precedenza per la Torre di Belem e il Monastero. Inoltre, trovandoci in un paese caldo dove splende sempre il sole, il bianco di questa pietra risalta molto con l’azzurro del cielo e crea un bellissimo contrasto. Non posso non citare anche lo splendido prato che si stende fino a quasi la riva del fiume Tago. Infatti dopo aver girato per tutto il giorno e completato la visita al museo è d’obbligo una bella pausa rilassante all’ombra di un ulivo.
Museo Gulbenkian
Altra scoperta totalmente inaspettata è stata il museo Gulbenkian e l’immenso parco che lo circonda. Vi consiglio la visita di questo luogo perché fuori dai soliti giri turistici e perché troverete molte somiglianze con un famoso architetto americano dei primi del ‘900 del secolo scorso. Il concorso per il progetto è stato indetto nel 1960 e completato nel ’69, e risente moltissimo dell’influenza dell’architettura internazionale di quel periodo, ma soprattutto ha avuto grandissima influenza il concetto di architettura organica di Frank Lloyd Wright. Gli architetti vincitori Alberto Pessoa, Pedro Cid e Rui d’Athouguia sono riusciti quindi a unire l’aspetto architettonico con il contesto naturalistico creando armonia fra gli spazi interni ed esterni.
Come era solito fare Wright, il museo è un opera d’architettura totale, dove tutto era progettato e pensato fin nei minimi particolari. La facciata l’hanno lasciata del suo materiale originario, in cemento a vista e, se date un occhio più da vicino, potrete notare i segni delle venature di legno delle casseformi, anche per i percorsi esterni. Mentre hanno utilizzato un materiale più “nobile” per l’ingresso principale in granito, e un rivestimento in legno per i soffitti e le pareti. Anche l’arredo e gli allestimenti dovevano essere pensati ad hoc e in linea con l’architettura dell’edificio, quindi hanno fatto uso di metallo, cuoio scuro, legno e tessuti.
Elevador de Santa Justa
Questo ascensore è sicuramente una delle attrazioni più usufruite e ammirate da tutti i turisti che bazzicano per il centro, ed è sicuramente una di quelle opere che ricorda tantissimo qualcosa di già visto. L’Elevador de Santa Justa l’ho inclusa in questa lista perché è in stretta correlazione con la famosissima Tour Effeil, anche se l’ingegnere era il portoghese Raul Mesnier assieme all’architetto francese Louis Reynaud. La famosissima torre parigina e questo ascensore hanno in comune lo stile architettonico in stile neogotico e il materiale usato, il ferro. Costruito nei prim anni del 1900, questo ascensore è stato considerato al tempo un’opera per il notevole dislivello. Ancora oggi conserva quel fascino retrò con le cabine in legno e le bellissime decorazioni in ferro battuto. Arrivati in cima potrete godere di una vista spettacolare di tutta Lisbona sia verso il convento do Carmo che verso il castello di San Jorge.
Ascensor da Gloria
Rimanendo in tema di “ascensori”, volevo citare brevemente una delle tre funicolari ancora in funzione nel centro lisboeta. Lo cito non tanto per il tema “architettura”, quanto per il suo design autentico che ancora persiste e che caratterizza la città. Prima o poi, girando per Lisbona, vi capiterà sicuramente di imbattervi in uno di questi tram, per esempio il famosissimo electrico 28, o ascensor, anche perchè dopo aver girato tutta la città è divertente e rilassante farsi scarrozzare in giro.
Ragazzi siamo giunti alla fine della prima parte di questa lista delle 5 opere di architettura contemporanea. Manca la quinta opera vero? Ve ne parlerò nella seconda parte dove tratterò del Parco delle Nazioni! Dovevo assolutamente dividere questo articolo in due perché all’interno del prossimo vi parlerò di altri edifici e costruzioni ancora più recenti e nuovi. Spero che questo articolo vi sia stato utile per un prossimo viaggio e che vi abbia incuriosito. A prestissimo!
Beijos
Link utili: Il sublime al tempo del contemporaneo, Vittorio Gregotti.
Il territorio dell’architettura, Vittorio Gregotti.
Guida Lisbona, Lonely Planet.