Ben ritrovati amici! Dopo avervi parlato di Loos nel precedente articolo, eccomi qua a guidarvi nella parte più nuova e contemporanea di Vienna, nello specifico oggi vi porto al Campus Wu. Questo luogo all’avanguardia non è altro che il polo economico dell’Università di Vienna. Considerata una delle migliori università di business ed economia d’Europa. Mossa dai vari post su Instagram e sotto raccomandazioni di alcuni miei amici, il giorno dopo il mio arrivo, mi sono fiondata qua. Ero impaziente e super elettrizzata di vedere questo posto con i miei occhi e per vedere se veramente fosse così sensazionale.
Questo campus universitario è considerata l’università del futuro, in quanto non vi sono presenti solo nuovi edifici all’avanguardia, ma rappresenta in concreto le nuove idee, nuovi spazi sociali, culturali e politici. Il punto focale di tutto il progetto era quello di mettere in relazione tutti gli edifici e creare continuità, in modo tale da facilitare le connessioni per gli studenti, i professori e lo staff. Insomma edifici efficienti e produttivi allo stesso tempo. Sono stati realizzati non solo edifici ma è stata posta grande cura e attenzione anche agli spazi esterni, per rilassarsi, incontrare persone, praticare sport e mangiare. Infatti in totale ci sono ben 100.000 mq di spazio scoperto, liberamente fruibile da tutti 24 ore su 24. Altra cosa utilissima, è la presenza di bar, ristoranti, piccoli baracchini, una mensa e un mini market, tutti amalgamati nel contesto architettonico.
Campus WU è stato inaugurato il 4 ottobre 2013, dopo 5 anni di lavori e dopo aver coinvolto ben 7 studi di architettura provenienti da tutto il mondo. Al centro di tutto il complesso spicca quello di Zaha Hadid, ed è quello dove vi si può accedere liberamente negli spazi aperti al pubblico. In totale ci sono 4.000 stanze da letto, 90 tra auditorium e sale per seminari, 3.000 postazioni per studiare e 1.500 nella biblioteca centrale. Una cosa che mi ha totalmente spiazzata è la presenza di un asilo nido! In Italia una cosa del genere ce la potremmo scordare.
Inoltre, come ogni nuovo progetto che si rispetti, hanno posto molta attenzione sulla sostenibilità ambientale. Il tutto è stato costruito attraverso principi “Green”, ottenendo, per esempio, le risorse da energie geotermali da acqua sotterranea. Addirittura nel 2015 Campus WU ha ottenuto la certificazione come “Blue Bulding” dal Concilio di Costruzioni Sostenibile Austriaco (ÖGNI). Anche la progettazione del verde è stato ritenuto molto importante. Tutto attorno sono state piantate 231 alberi di ginko e vari arbusti, per creare un filtro naturale tra il campus e l’area urbana. La varietà di piante che tutto il campus prevede, permette di avere per ogni stagioni piante ed essenze diverse, creando anche nuove viste suggestive e mai uguali. Nel mio caso, anche se sono stata in inverno, si poteva godere e apprezzare tutto il lavoro del verde che hanno pensato.
Tornando a noi, quello che consiglio io, è arrivare con la metro fino al Prater, in modo tale da ammirare anche questa zona e percorrere il bellissimo e vastissimo parco prima di iniziare la visita. Senza altri indugi, cominciamo!
TC/D1 – Teaching Center/Dipartimento 1 Affari globabali e commercio
Noi siamo partite da qui, da questo edificio in Corten progettato dallo studio viennese BUSarchitektur ZT GmbH. Questa struttura è la più affollata di tutto il campus e contiene 90 auditorium, postazioni di lavoro per gli studenti, un Audimax con 650 posti a sedere, una mensa e una bellissima terrazza giardino. In totale può ospitare circa 5.000 persone.
La particolarità che lo distingue è sicuramente il rivestimento della facciata. L’acciaio Corten è un materiale che si auto-ossida con il passare del tempo e non richiede grossa manutenzione, dando così un effetto invecchiato color ruggine. Non solo, ha un effetto protettivo e si presta molto bene al taglio laser per ottenere effetti sulla facciata molto particolari. Se ci si avvicina si possono notare delle strategiche fessure anche alla base che sono ripetute sugli “scuri” applicati alle finestre. Se chiusi sembra una facciata unica senza aperture, ma che da dentro si può vedere l’esterno. Questo materiale è stato portato anche all’interno del foyer d’ingresso dell’Audimax, creando continuità fra interno esterno.
Gli auditorium più piccoli possono ospitare fra i 180 e i 30 posti a sedere, tutti dotati di apparecchiature tecnologiche d’avanguardia come le Smartboards, in modo tale da salvare quanto scritto ed esportarlo in formato PDF.
D2/SC – Dipartimento 2/Centro per studenti
Questi due edifici progettati dallo studio giapponese Atelier Hitoshi Abe, presentano una facciata curva ritmata dall’alternanza di pannelli bianchi e neri. Tra di loro formano delle piccole piazze, che fungono da punti di incontro per gli studenti e gli insegnanti del dipartimento. L’edificio a sud contiene le classi, le stanze per i progetti, le sale per studenti, mentre l’edificio a nord ospita il supermercato, un ristorante, una libreria, campi atletici e infine l’asilo nido.
All’interno si trovano i dipartimenti di: Comunicazione commerciale in lingua straniera, Sistemi informatici e operazioni, Management e Marketing.
LC – Biblioteca & Centro di apprendimento
Ma eccoci arrivati a lui, l’edificio più fotografato da tutti. La biblioteca progettata dallo studio di Amburgo Zaha Hadid Architects è il cuore di tutto il campus e non per niente è stato posizionato al centro. Subito da lontano spicca l’elemento a sbalzo ribattezzato “Monitor”, imponendo fin da subito la sua importanza. Analizzando la facciata, ci sono due blocchi rivestiti con pannelli in fiber-c, uno bianco e uno antracite separati da un elemento vetrato. Questa differenziazione cromatica è stata voluta per distinguere le due destinazioni d’uso, sulla più chiara per l’area di apprendimento e quella scura per la biblioteca. Nel monitor infatti, si trova la mega aula studio che offre una vista splendida verso il parco del Prater.
Nonostante il grandissimo successo che questa biblioteca ha avuto, l’architetta anglo-irachena Zaha Hadid, è stata fortemente criticata per aver riproposto un elemento già visto, come quello del MAXXI a Roma. Ad ogni modo credo che ben si amalgama con il resto degli edifici attorno e offra agli studenti un’ambiente unico per studiare e rilassarsi allo stesso tempo.
Se da fuori si viene positivamente colpiti, non si è preparati minimamente per quello che vedremo al suo interno. Una volta varcato l’ingresso si è subito teletrasportati in un ambiente futuristico che niente ha a che fare con l’esterno appuntito e squadrato. La sensazione che si ha percorrendo le rampe per salire al primo piano è quella di entrare in una nave. Gli elementi curvi e fluidi ricordano dei canyon, tutti collegati da rampe di scale e terrazze che si affacciano verso il grande vuoto centrale. In quest’ultimo si celebrano le lauree e lezioni pubbliche. Questa biblioteca è considerata la più fornita per quanto riguarda i testi di business e di economia, in tutta l’Austria.
Non solo troviamo la biblioteca con la relativa segreteria e zona armadietti, ma al piano terra si può accedere liberamente al piccolo negozio e al bar.
D3/AD – Dipartimento di legge 3/Amministrazione
Questo forse è quello che mi ha entusiasmata di meno di tutto il Campus WU. Osservando da vicino i listelli di legno, alcuni sono già consumati e i colori utilizzati non mi fanno impazzire. Certamente come stile si distacca molto rispetto agli altri e da una iniezione di colore rispetto agli altri. Progettato dall’architetto inglese Sir Peter Cook e dallo studio CRAB ospita al piano terra il bar/panetteria, la sala per i seminari, la sala lettura della libreria. Queste zone sono prive di brise soleil, mentre il resto delle finestre sono dotate di questo sistema di protezione. Non solo riparano dal caldo, ma vorrebbero ricordare gli alberi del parco adiacente.
Tutto il complesso prevede anche delle zone aperte terrazzate dove potersi sedere e rilassare. Al centro si trova, invece la biblioteca di legge. Ai piani superiori si trovano gli uffici dell’amministrazione con qualche sala conferenza al piano terra. Il colore si ritrova anche negli spazi interni, creando ambienti giocosi e visivamente stimolanti.
D4 – Dipartimento 4 Economia Scienze statistiche
Anche questo edificio, dedicato al dipartimento di Economia, ritengo sia molto interessante per la sua facciata. Più in linea come colori e come concetto, questo dipartimento è stato progettato dallo studio spagnolo Estudio Carme Pinos S. L. Molto geometrica e dalla forme regolari, questa facciata a “Tetris” diventa dinamica in base all’apertura o chiusura dei pannelli oscuranti in alluminio che ha ogni finestra.
All’interno troviamo gli uffici del corrispettivo dipartimento, la biblioteca e un bar/ristorante. Anche gli interni riprendono lo stile squadrato-parallelepipedo. Idem alcune sedute all’esterno e alcune pedane rialzate ripropongono uno stile “appuntito”.
EA – Wu Executive Academy – NO.MAD Arquitectos
Questo assieme alla Biblioteca di Zaha Hadid è il mio edificio preferito. Questa opera di cubi che si intersecano fra di loro è dello studio madrileno NO.MAD. Costruzione a dir poco geniale, che sembra caotica ma che dietro segue uno specifico ordine e algoritmo. Molto articolato e interessante in ogni sua parte, realizzato in vetro ed alluminio. Le aperture vetrate sono addirittura sotto gli elementi a sbalzo. Questo stile minimalista e i colori vengono riportati anche negli interni.
D5 – Dipartimento 5
Per chiudere, l’ultima costruzione che si trova nella parte più ad ovest è il Dipartimento di Strategia e Innovazione e sede anche dell’Università di Freud. Anche questo progetto è di uno studio viennese, l’Holzer Kobler Architekturen e Freimüller Söldlinge Architektur. Anche qui si riprende uno stile minimal scultoreo in vetro e acciaio. Contiene una corte interna, un auditorium, varie stanze per i seminari, stanze per lo studio individuale, un ristorante e una banca. Direi che a questo campus non manchi proprio nulla e che ogni elemento architettonico potrebbe essere quasi autosufficiente.
Per il momento è tutto! Mi raccomando, rimanete sintonizzati che presto uscirà anche la seconda parte. Vedremo un’altra opera di Zaha Hadid e anche qualcosa di più insolito ma molto suggestivo.
A presto!
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